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Scontri in Kosovo, migliorano le condizioni dei soldati italiani feriti

Pristina, 30 mag. (Adnkronos) - Migliorano le condizioni dei soldati italiani rimasti feriti negli scontri di ieri in Kosovo. Lo riferisce in una nota il ministero della Difesa, spiegando che le unità dell’Esercito Italiano intervenute in concorso alle altre forze della Kfor e della Polizia Kosovara per ristabilire l’ordine e proteggere le infrastrutture pubbliche in località Zvecan sono rientrate nella base italiana di Villaggio Italia stamattina dopo aver lasciato il posto a un'altra unità della Kfor. Dei sodati coinvolti, tutti appartenenti al 9° Reggimento Alpini, uno è stato portato all’ospedale militare Nato specialistico di Skopje, un altro a quello di Pristina. Tutti gli altri sono stati assistiti al posto di medicazione della base italiana di Villaggio Italia a Peja-Pec. Tre dei militari coinvolti hanno invece già ripreso regolarmente servizio. Questa mattina a rassicurare sulle loro condizioni era stato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ricordando che i militari italiani sono inquadrati in una missione Nato che "punta a impedire la nascita di un nuovo conflitto tra Kosovo e Serbia". "Ho parlato sia con il presidente serbo Vucic che con il primo ministro kosovaro Kurti - ha continuato il titolare della Farnesina - fino a ieri sera e ho invitato tutti quanti alla calma, ad abbandonare la violenza. Spero che abbiano ascoltato, entrambi hanno dato grande disponibilità". "Ho chiesto di calmare le acque, non è interesse di nessuno dei due accendere micce che possono essere dannose per entrambi", ha aggiunto Tajani, secondo cui i due leader "hanno il dovere di scongiurare una guerra". Nella serata di ieri il Generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze, si è recato in Kosovo dove ha portato il saluto e gli auguri di pronta guarigione del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ai militari feriti. Crosetto è rimasto fino alla notte inoltrata di ieri in contatto con i Ministri della Difesa dei paesi contributori alla missione Kfor, tra cui il Segretario di Stato alla Difesa del Regno Unito Ben Wallace. Obiettivo dei fitti colloqui è stato quello di esercitare la massima pressione sulle autorità di Serbia e Kosovo, per mitigare le tensioni e riportare le parti a un costruttivo e pacifico dialogo. Secondo quanto ha comunicato la missione KFOR guidata dalla Nato in Kosovo, "il numero delle forze di pace ferite durante le violenze non provocate di ieri nel comune di Zvecan è di 30. Undici soldati del contingente italiano e 19 del contingente ungherese hanno riportato ferite multiple, comprese fratture e ustioni causate da ordigni incendiari esplosivi improvvisati. Tre soldati ungheresi sono stati feriti dall'uso di armi da fuoco. I feriti non sono in pericolo di vita". "Abbiamo aumentato la presenza nei quattro comuni del nord del Paese per ridurre il rischio di escalation, dopo che i sindaci neoeletti hanno cercato di insediarsi. Le truppe della KFOR sono state successivamente attaccate da folle sempre più aggressive", si sottolinea. "KFOR opera sempre con fermezza e moderazione - prosegue la nota - all'interno di rigide regole di ingaggio (ROE). In questo caso, ha risposto agli attacchi non provocati di una folla violenta e pericolosa, pur svolgendo il suo mandato ONU in modo imparziale. Il Comandante della Missione KFOR, Generale di Divisione Angelo Michele Ristuccia segue in prima persona l'evolversi della situazione ed esprime la sua solidarietà ai militari Nato rimasti feriti durante gli scontri e alle loro famiglie: 'Per evitare gli scontri tra le parti e ridurre al minimo il rischio di dopo l'escalation, le forze di pace della KFOR hanno evitato minacce alla vita dei serbi del Kosovo e degli albanesi del Kosovo. Entrambe le parti devono assumersi la piena responsabilità di ciò che è accaduto e prevenire qualsiasi ulteriore escalation, piuttosto che nascondersi dietro false narrazioni”. "KFOR continuerà ad adottare tutte le misure necessarie per garantire un ambiente sicuro e protetto e la libertà di movimento per tutte le comunità in Kosovo, in conformità con il suo mandato basato sulla risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 1999". L'Alto Rappresentante Josep Borrell, gli Stati membri e altri partner internazionali hanno condannato con forza questo incidente e questa violenza. Nel Kosovo settentrionale "vediamo un'escalation molto pericolosa da venerdì scorso, con scontri, feriti e danni a proprietà pubbliche", ha detto il portavoce della Commissione Europea per gli Affari Esteri Peter Stano, a Bruxelles durante il briefing con la stampa. "E' stato chiesta la de-escalation, di calmare la situazione - prosegue - è quello che Josep Borrell sta facendo. E' in contatto con il primo ministro" del Kosovo "Albin Kurti e con il presidente serbo Aleksandr Vucic. Gli sforzi sono in corso, sia sul terreno che nelle capitali europee, e in cooperazione con i nostri partner internazional", conclude.



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