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Terrorismo: gip, i due arrestati a Milano restano in carcere (2)

(Adnkronos) - Durante l'interrogatorio di garanzia, il 44enne ex imprenditore edile, difeso dall'avvocato Emanuele Perego, aveva spiegato - tra le lacrime - "di non essere affiliato all'Isis, ma di aver mandato piccole somme di denaro nei campi profughi per aiutare donne e bambini, senza essere a conoscenza che era il campo delle vedove e degli orfani dell'Isis. Con l'Isis condivido l'astio verso Assad e la Siria, e come cittadino italiano, che da 23 anni vive in Italia e che qui ha portato i suoi tre figli, mai avrei potuto pianificare un attentato in Italia che è il Paese della libertà o in Occidente", la difesa riportata dal suo legale. Una versione simile a quella dell'amico 49enne, anche lui accusato di associazione con finalità terroristiche per la sua presunta adesione a Daesh. Assistito dall'avvocato Massimo Lanteri, aveva spiegato, nell'interrogatorio davanti al gip, che i soldi erano solo 'beneficenza' per cercare di mettere un argine "alle condizioni disagiate" di donne e bambini, non certo un finanziamento a movimenti di matrice terroristica. Parole che non hanno convinto il giudice che ha confermato il carcere per entrambi, ritenuti parte del "modello frammentato" dell'Isis.

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