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**Assalto Cgil: giudici, ‘fu aggressione a democrazia’**

Roma, 14 nov. (Adnkronos) - L’assalto alla sede della Cgil durante la manifestazione del 9 ottobre 2021 a Roma da parte di militanti anche di estrema destra fu ‘’un’aggressione rivolta ad uno dei luoghi tipici dell’aggregazione dei cittadini, in cui si forma la volontà di coloro che se ne sentono rappresentati e che concorrono con metodo democratico in maniera decisiva alla vita sociale ed economica della collettività statale, in una parola, ad uno dei luoghi paradigmatici di una democrazia’’. E’ quanto si legge nelle motivazioni con cui i giudici della Corte d’Appello di Roma lo scorso luglio hanno sostanzialmente confermato le condanne per gli imputati giudicati in rito abbreviato. Secondo i giudici, l’intervento di Giuliano Castellino dal palco di piazza del Popolo contro il green pass fu ‘’una sorta di chiamata alle armi – si legge - la cui finalità è tuttavia ben chiara e non è quella di manifestare liberamente un legittimo dissenso, ma quella di costringere (se rivuole la sua sede) una forza sindacale di primario livello nazionale a mutare la propria politica sindacale, a far venire a Roma, di pomeriggio, di sabato, il suo segretario generale e a fargli proclamare lo sciopero generale’’. ‘’La recidiva contestata a Fabio Corradetti – concludono i giudici - è ampiamente giustificata dall’importanza dei suoi precedenti anche in relazione alla sua giovane età, fra cui anche uno per tentato omicidio del 2020’’. Con la sentenza dello scorso 20 luglio, dopo l’inchiesta della procura di Roma con la pm Gianfederica Dito, i giudici della prima sezione penale della Corte d’Appello della Capitale avevano confermato le condanne per 9 degli imputati con pene fino a sei anni, tra cui, Fabio Corradetti, figlio della compagna di Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova, e Massimiliano Ursino, leader palermitano di Forza Nuova, riducendo lievemente la pena per Mirko Passerini, da cinque anni e mezzo a cinque anni e quattro mesi e per Claudio Toia, appartenente al gruppo ultras juventino 'Antichi valori' e considerato dagli inquirenti vicino al movimento di estrema destra Forza Nuova, da sette anni e due mesi a cinque anni e quattro mesi. Intanto prosegue il processo con rito ordinario che vede imputati tra gli altri i leader di Forza Nuova, Giuliano Castellino e Roberto Fiore e l’ex Nar Luigi Aronica che, oltre a devastazione aggravata in concorso e resistenza, sono accusati anche di istigazione a delinquere.

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