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Milano: caso Benusiglio, giudici 'suicidio o gesto rivendicativo, Venturi innocente'

Milano, 16 nov. (Adnkronos) - "Non sapremo mai se Carlotta Benusiglio si sia intenzionalmente suicidata o se più probabilmente - com'è convincimento soggettivo (del tutto inutile, tanto da esprimerlo sottovoce e con massima cautela) - si sia abbandonata ad un gesto rivendicativo, per rabbia, frustrazione, temporaneo scoramento, sottovalutandone la irreversibile gravità e pericolosità. Sappiamo, però, ed è ciò che conta (...) che sulle ragioni della sua morte non v'è posto per fare applicazione del codice penale". Un gesto rispetto al quale la legge deve "rispettosamente retrocedere, senza scrutinarne genesi, intimi ragioni o cause emotigene". E' uno dei passaggi delle motivazioni con cui i giudici d'appello hanno assolto Marco Venturi accusato della morte dell’ex fidanzata Carlotta Benusiglio. In primo grado l'uomo era stato condannato a sei anni per "morte come conseguenza di altro reato", ossia condotte di stalking, per la 37enne trovata senza vita in piazza Napoli a Milano la mattina del 31 maggio del 2016. Una morte non imputabile al compagno: nel momento in cui Carlotta moriva "è da escludere senza dubbio alcuno" che l'imputato era con lei in quel giardino. I giudici, che bacchettano la tesi della procura che sostiene che l'imputato abbia ucciso la giovane stilista strangolando con una sciarpa ("senza lasciare segno alcuno sulla cute casistica che meriterebbe una menzione in letteratura specialistica per la sua prodigiosa eccezionalità"), rimarcano che "l'estraneità di Marco Venturi e di chiunque altro può dirsi provata dai riscontri, non confutati da prove di segno avverso". La corte reputa che "non sia affatto realistico - anzi l'opposto" che Marco Venturi che ha "sempre e soltanto costeggiato il parco" sia riuscito a non farsi mai inquadrare dalle telecamere presenti in zona, "abbia seguito la compagna (ripresa da sola all'ingresso dei giardini), l'abbia aggredita alle spalle, l'abbia strangolata, l'abbia sospesa al ramo, si sia allontanato, percorrendo un centinaio di metri senza affrettarsi e comparendo con passo calmo lungo viale Misurata". Le prove tecniche "sconfessano la tesi d'accusa, al pari di quelle medico-legali. Anch'esse confortano l'azione autolesiva ed escludono la violenza omicida".

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